Nel periodo "della creazione rivoluzionaria e della fondazione della
società nuova", dice Gramsci "sarà impossibile fissare ogni limite
temporale nella resistenza e nel sacrificio, poiché il nemico da
combattere e da vincere non sarà più fuori del proletariato, non sarà
più una potenza fisica esterna limitata e controllabile, ma sarà nel
proletariato stesso, nella sua ignoranza, nella sua pigrizia, nella sua
massiccia impenetrabilità alle rapide intuizioni, quando la dialettica
della lotta delle classi si sarà interiorizzata e in ogni coscienza
l’uomo nuovo dovrà, in ogni atto, combattere il “borghese” agli
agguati." (L’Ordine Nuovo, 9 ottobre 1920).
La creazione rivoluzionaria e
la fondazione di una società nuova sono iniziate e di ciò sono
consapevoli gli esponenti del nuovo movimento comunista italiano (i
membri del P.CARC, i membri del nuovo PCI, che ne sono consapevoli
perché ne sono artefici). Questi compagni e compagne sono dunque i primi
a riflettere e discutere su queste cose che Gramsci dice, tra cui il
fatto che non c'è limite alla resistenza e al sacrificio, dove
sacrificio va inteso, positivamente, come superamento
dell'individualismo ed elevazione al collettivo e, in particolare, come
atto di superamento della pigrizia, dell'ignoranza, dell'essere tardi a
intuire, nella lotta tra due linee, la linea giusta, nuova ed avanzata.
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