"[...] nel periodo romantico della lotta, dello Sturm und Drang popolare, tutto l’interesse si appunta sulle armi più immediate, sui problemi di tattica, in politica e sui minori problemi culturali nel campo filosofico. Ma dal momento in cui un gruppo subalterno diventa realmente autonomo ed egemone suscitando un nuovo tipo di Stato, nasce concretamente l’esigenza di costruire un nuovo ordine intellettuale e morale, cioè un nuovo tipo di società e quindi l’esigenza di elaborare i concetti più universali, le armi ideologiche più raffinate e decisive. [...] Si può così porre la lotta per una cultura superiore autonoma; la parte positiva della lotta che si manifesta in forma negativa e polemica con gli a‑ privativi e gli anti‑ (anticlericalismo, ateismo, ecc.). Si dà una forma moderna e attuale all’umanesimo laico tradizionale che deve essere la base etica del nuovo tipo di Stato." (Antonio Gramsci, Q 11, nota 70)

lunedì 28 settembre 2015

LA CREAZIONE RIVOLUZIONARIA E' INIZIATA

Nel periodo "della creazione rivoluzionaria e della fondazione della società nuova", dice Gramsci "sarà impossibile fissare ogni limite temporale nella resistenza e nel sacrificio, poiché il nemico da combattere e da vincere non sarà più fuori del proletariato, non sarà più una potenza fisica esterna limitata e controllabile, ma sarà nel proletariato stesso, nella sua ignoranza, nella sua pigrizia, nella sua massiccia impenetrabilità alle rapide intuizioni, quando la dialettica della lotta delle classi si sarà interiorizzata e in ogni coscienza l’uomo nuovo dovrà, in ogni atto, combattere il “borghese” agli agguati." (L’Ordine Nuovo, 9 ottobre 1920). 
La creazione rivoluzionaria e la fondazione di una società nuova sono iniziate e di ciò sono consapevoli gli esponenti del nuovo movimento comunista italiano (i membri del P.CARC, i membri del nuovo PCI, che ne sono consapevoli perché ne sono artefici). Questi compagni e compagne sono dunque i primi a riflettere e discutere su queste cose che Gramsci dice, tra cui il fatto che non c'è limite alla resistenza e al sacrificio, dove sacrificio va inteso, positivamente, come superamento dell'individualismo ed elevazione al collettivo e, in particolare, come atto di superamento della pigrizia, dell'ignoranza, dell'essere tardi a intuire, nella lotta tra due linee, la linea giusta, nuova ed avanzata.

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