"[...] nel periodo romantico della lotta, dello Sturm und Drang popolare, tutto l’interesse si appunta sulle armi più immediate, sui problemi di tattica, in politica e sui minori problemi culturali nel campo filosofico. Ma dal momento in cui un gruppo subalterno diventa realmente autonomo ed egemone suscitando un nuovo tipo di Stato, nasce concretamente l’esigenza di costruire un nuovo ordine intellettuale e morale, cioè un nuovo tipo di società e quindi l’esigenza di elaborare i concetti più universali, le armi ideologiche più raffinate e decisive. [...] Si può così porre la lotta per una cultura superiore autonoma; la parte positiva della lotta che si manifesta in forma negativa e polemica con gli a‑ privativi e gli anti‑ (anticlericalismo, ateismo, ecc.). Si dà una forma moderna e attuale all’umanesimo laico tradizionale che deve essere la base etica del nuovo tipo di Stato." (Antonio Gramsci, Q 11, nota 70)

mercoledì 11 gennaio 2017

LA SEGRETERIA FEDERALE DELLA CAMPANIA DEL PARTITO DEI CARC RISPONDE ALL’INVITO AL DIBATTITO DEL LABORATORIO POLITICO CASAMATTA

Abbiamo parlato qualche giorno fa della costituzione di Laboratorio Comunista Casamatta. Il comunicato con cui il Laboratorio si costituisce invita alla discussione su temi importanti del movimento comunista, e la Segreteria federale del Partito dei CARC della Campania risponde. Riportiamo sotto il documento.

Commissione Gramsci del P-CARC
10 gennaio 2017




Sull’appello del Laboratorio Comunista Casamatta

Il 5 gennaio su Facebook è stato pubblicato un documento di presentazione di Laboratorio Comunista Casamatta (LCC), che dichiara:
«Il Laboratorio Comunista Casamatta (LCC) si è costituito per iniziativa di alcuni compagni che provengono dalle lotte popolari e dal movimento comunista. Riflettendo sulla situazione generale questi compagni hanno maturato l’idea della necessità di contribuire a lavorare per la ricostruzione del movimento comunista e alla costruzione del Partito Comunista rivoluzionario nel nostro paese. A questo proposito LCC ritiene essenziale sviluppare il dibattito e interagire praticamente e teoricamente con tutti coloro che ritengono importante l’assolvimento di questo compito di fase irrisolto».
La dichiarazione ci invita a discutere e confrontarci su temi fondamentali per costruire della rivoluzione socialista in Italia. La situazione effettivamente è eccellente per lo sviluppo del movimento comunista, e il dibattito ideologico è determinante per agire in modo efficace. Borghesia e clero da secoli cercano di impedire alle masse popolari di istruirsi e di imparare a pensare, perché pensare bene significa agire bene. Per i comunisti pensare bene significa diventare capaci di mobilitare le masse popolari a liberarsi dallo sfruttamento e dall’oppressione, a imparare a dirigersi e a dirigere, a costruire una società nuova, una società socialista. Significa anche, all’interno del movimento comunista, superare le concezioni arretrate, vecchie, sbagliate che rallentano la nostra opera, e soprattutto combattere al nostro interno l’influenza della concezione del mondo delle classi sfruttatrici. Raccogliamo quindi l’invito alla discussione.

Compagni e compagne del LCC, è giusto che mettiate subito l’accento sulla contraddizione tra proprietà privata e carattere collettivo delle forze produttive. Questa è una contraddizione che non viene riconosciuta dalla Scuola di Francoforte, e la concezione della Scuola di Francoforte è molto radicata in organismi come Rete dei Comunisti (RdC), con cui LCC, vediamo, ha parecchie relazioni. LCC quindi può portare avanti una lotta efficace in RdC per togliere di mezzo questa concezione, che è anticomunista e serve a spargere confusione tra gli elementi avanzati delle masse popolari. Soprattutto, però, è importante che spingiate RdC a fare qualcosa per la costruzione del partito comunista, cosa che dicono di volere fare da quando si sono costituiti, 17 anni fa circa.
Dovete però fare attenzione a non confondervi con una serie di idee sbagliate che in RdC circolano. Voi, ad esempio, scrivete che i diritti sono sotto attacco a causa della crisi e della mancanza di “rappresentanza politica organizzata” degli sfruttati. Voi intendete che negli ultimi sessanta anni sia stata rappresentanza politica organizzata solo il primo PCI?  Questo è quello che dice RdC, effettivamente, e voi pure dite che non ci sono stati “contrasti significativi” a sinistra di Togliatti e i diritti delle masse popolari sarebbero stati “definitivamente liquidati” con lo scioglimento del PCI nel 1991.  Nel vostro bilancio del movimento comunista del nostro paese del secolo scorso, non parlate dei tentativi di ricostruire un vero partito comunista. Non parlate del movimento marxista leninista né delle Organizzazioni Comuniste Combattenti, e in particolare delle Brigate Rosse per quanto riguarda l’Italia. Non parlate dell’Unione Sovietica e della Grande Rivoluzione d’Ottobre di cui quest’anno ricorre il centenario, né della rivoluzione con cui conquistò il potere in Cina il Partito comunista, quello che, tra l’altro, iniziò subito la critica contro Togliatti e i revisionisti con i documenti sulle Divergenze tra il compagno Togliatti e noi, documenti che ogni militante del movimento comunista a conoscenza della storia almeno dell’ultimo mezzo secolo deve segnalare a compagni e compagne più giovani.
I giovani delle masse popolari nelle scuole borghesi vengono diseducati, tanto che studenti universitari ignorano cose che negli anni Sessanta erano conosciute anche dai bimbi delle elementari, e anche voi di LCC dovete contribuire a fare conoscere loro la storia. Ci sono tra le masse popolari parecchi anziani che ricordano bene la storia dell’URSS, la vittoria dell’Armata Rossa nella Seconda Guerra Mondiale, parecchi adulti che ricordano bene le Brigate Rosse. I comunisti si distinguono da questi elementi avanzati delle masse popolari anche perché quello che essi ricordano loro lo insegnano.
Bisogna poi che abbiate cura di insegnarlo bene. Dite, ad esempio, che il PCI deviò verso il riformismo quando Gramsci era in carcere. Questo non è possibile. Gramsci morì nel 1937, e nel 1945 il PCI guidò la guerra di Resistenza contro il nazifascismo. Come poteva farlo un partito riformista? La direzione del PCI fu presa in mano dai revisionisti solo nel 1956, vent’anni dopo la morte di Gramsci.
Arriviamo agli anni ’60 e ’70. Attribuite le conquiste delle masse popolari degli anni '60 e '70 alla ripresa del sistema capitalista. Qui non riconoscete il ruolo determinante che ha avuto il movimento comunista nell'inspirare e dirigere quelle mobilitazioni, e lo spauracchio che per i padroni di tutto il mondo ha rappresentato l'Unione Sovietica. E’ per questo che attribuite responsabilità della odierna perdita di conquiste all'avanzare della crisi del sistema capitalista anziché che alla debolezza del movimento comunista. Così facendo, fate passare l’idea che è la borghesia a dirigere il gioco, a dare quando le cose le vanno bene e a togliere quando le cose le vanno male. Anche questa è un’idea molto diffusa tra determinati dirigenti di RdC. La condividete?
A leggere il vostro documento, quindi, pare che la “rappresentanza politica organizzata” cui fate riferimento effettivamente è il vecchio PCI, una rappresentanza delle masse popolari che sta nelle istituzioni rappresentative della borghesia. Perciò dite che da circa vent'anni, e cioè da quando il vecchio PCI si è sciolto, che si tenta di ricostruire questa organizzazione di cui parlate? Questo però è in contraddizione con il fatto che, all’inizio, dite che il nuovo partito deve essere rivoluzionario.
Dite che i principali limiti da affrontare nel soggettivismo e nel movimentismo. Sono due limiti indubbiamente veri, ma non principali. Soggettivismo e movimentismo sono i limiti che da sempre revisionisti e riformisti hanno imputato al movimento extraparlamentare. I limiti principali del movimento comunista del nostro paese, il più forte e importante in un paese imperialista, sono stati il riformismo politico e l'economicismo sindacale. Sono tare con le quali tutti dobbiamo fare i conti a tutt'oggi, modi di pensare e agire travasati nel movimento comunista dalla borghesia che non vede oltre l'orizzonte dell'esistente.  Il limitarsi a rivendicazioni alle istituzioni politiche della borghesia e a rivendicazioni sindacali ai padroni, senza dedicare le energie migliori alla lotta rivoluzionaria, effettivamente alla borghesia fa comodo.
Voi vedete che stiamo portando avanti una battaglia contro le tesi della sinistra borghese. Sono quelli che si dichiarano comunisti ma contemporaneamente dicono che la rivoluzione, la dittatura del proletariato è impossibile e che chi dice il contrario o è uno sbirro o è un pazzo.  Vorrebbero tenersi loro l'eredità del movimento comunista e fregiarsene per avere credito tra le masse popolari e poi far di esse massa di manovra per interessi di bottega se non per gli interessi della borghesia stessa. Seminano sfiducia tra le masse popolari, vogliono mantenere nell'ignoranza e nulla fanno per trasformare la ribellione diffusa in costruzione del processo rivoluzionario. Dicono che per fare il partito basta dichiararsi comunisti. Contro elementi come questi Lenin e i bolscevichi condussero una lotta a fondo, e la loro rivoluzione vinse. Voi, che iniziate oggi questa esperienza nuova, che pensate di tutto questo?
E' fondamentale fare un serio bilancio del movimento comunista perché senza conoscere ciò che ha fatto chi prima di noi ci ha provato significa con ogni certezza cadere nei medesimi errori. La Carovana del nuovo PCI ha fatto questo bilancio e invitiamo voi, così come tutte/i le/i compagni interessati a discuterne. Il prossimo 21 gennaio presso i locali che Gallery Art occupa sotto la Galleria Principe di Napoli: qui terremo un dibattito pubblico in occasione dell'anniversario della fondazione del PCI sul bilancio del movimento comunista del nostro paese.

Siamo felici che vi dichiariate disposti al confronto e al dibattito. Pratiche da “cardinali” che agiscono sottobanco e parlano nei retrobottega lasciamole alla borghesia e a chi vuole stare al suo carro! Sono secoli che i preti ci ripetono che “si dice il peccato ma non il peccatore”. Alle masse popolari invece va detta la verità. E’ sbagliato fare allusioni, è roba da politicanti borghesi secondo i quali non serve che le masse popolari comprendano la realtà. Alla fine della fiera le cose finiscono per conoscerle per nome e cognome meglio gli sbirri che i proletari! Nel vostro comunicato di solidarietà a Michele Franco, ad esempio, potevate e dovevate scrivere chi sono le “certe organizzazioni” dalla cui pratica di dibattito vi dissociate. Intendete il P.CARC, il (nuovo)PCI, il SLL o cosa? Perché fate solidarietà citando nomi e cognomi e non fate altrettanto per indicare chi criticate? Tenere le masse popolari all’oscuro, non educarle, ecco la causa principale degli atti di aggressione contro Franco e Amore. Se lasciassimo continuare pratiche del genere, se non ci applicassimo subito a portare alle masse popolari una visione della realtà chiara, un metodo d’azione praticabile, succederebbe ben di peggio: larga parte delle masse popolari sarebbe dirottata verso la mobilitazione reazionaria. Nei primi anni ’20 dello scorso secolo è accaduto questo, e le prime vittime furono anche tra molti che erano la sinistra borghese di allora e che pure erano onesti (qui non discutiamo dell’onestà di tizio o caio), come nel caso di Matteotti. Non consentiremo che accada di nuovo.

Noi plaudiamo all'iniziativa di Rete dei Comunisti di indire il prossimo 12 gennaio un'assemblea pubblica, diversamente da quanto si fece in occasione dell'aggressione ad Amore qualche mese fa. Plaudiamo ai comunicati del SLL di questi giorni ed anche alla risposta di Mariapia Zanni sul punto, perché alimentano dibattito e portano alla luce questioni importanti da discutere perché sono determinanti per la realizzazione degli interessi delle masse popolari.
Attendiamo dunque di conoscere quanto prima e meglio le vostre posizioni riguardo a tali importanti e strategici propositi, nelle varie occasioni che creeremo e che verranno create da qui in avanti, sempre più numerose, e di cui l’assemblea del 12 gennaio è la prima  Abbiamo iniziato a fare appello perché la partecipazione a questa assemblea sia più ampia possibile, e con questo comunicato, che è pubblico, informiamo che porteremo a tale assemblea un nostro contributo che illustreremo in un nostro intervento.

Saluti comunisti
La Segreteria Federale Campania del Partito dei CARC

Napoli, 8 gennaio 2017


1 commento:

  1. Come ho già avuto modo di dire telefonicamente a Marco e Igor il documento è ben fatto ed è segno evidente dell'assimilazione di un insegnamento importante, relativo alla differenza tra FSRS (che fanno parte del movimento comunista a pieno titolo, vorrebbero fare il Partito e la rivoluzione ma non sanno come fare per limiti di concezione che noi aiutiamo a correggere con la critica) e sinistra borghese (che incarna la concezione del campo nemico e, laddove si dichiara comunista e intenzionata a fare il Partito ma sparge a piene mani idee e concezioni velenose, va sonoramente bastonata e chiamata per quello che è: truffatrice).
    Tuttavia manca un aspetto importante, anche ai fini dello sviluppo delle contraddizioni tra LCC e RdC. LCC è tra le FSRS che indica la sovrapproduzione di capitale come causa della crisi e, assieme a noi, è l'unica forza politica che da della crisi una definizione corretta (crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale). Era una cosa importante da rimarcare anche per spingerli a fare dibattito franco e aperto con RdC che parla di fuoriuscita dall'euro, ALBA euromediterranea e sciocchezze simili e, dunque, considera la crisi attuale una crisi di carattere monetario e finanziario (o almeno parte dei suoi dirigenti la pensa così...)

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