Abbiamo parlato qualche giorno fa della costituzione di Laboratorio Comunista Casamatta. Il comunicato con cui il Laboratorio si costituisce invita alla discussione su temi importanti del movimento comunista, e la Segreteria federale del Partito dei CARC della Campania risponde. Riportiamo sotto il documento.
Commissione Gramsci del P-CARC
10 gennaio 2017
Sull’appello del Laboratorio Comunista Casamatta
Il 5 gennaio su Facebook è stato
pubblicato un documento di presentazione di Laboratorio Comunista Casamatta (LCC),
che dichiara:
«Il Laboratorio Comunista Casamatta (LCC) si è costituito per iniziativa di alcuni compagni che provengono dalle
lotte popolari e dal movimento comunista. Riflettendo sulla situazione generale
questi compagni hanno maturato l’idea della necessità di contribuire a lavorare
per la ricostruzione del movimento comunista e alla costruzione del Partito
Comunista rivoluzionario nel nostro paese. A questo proposito
LCC ritiene essenziale sviluppare il dibattito e
interagire praticamente e teoricamente con tutti coloro che ritengono
importante l’assolvimento di questo compito di fase irrisolto».
La dichiarazione ci invita a
discutere e confrontarci su temi fondamentali per costruire della rivoluzione
socialista in Italia. La situazione effettivamente è eccellente per lo sviluppo
del movimento comunista, e il dibattito ideologico è determinante per agire in
modo efficace. Borghesia e clero da secoli cercano di impedire alle masse
popolari di istruirsi e di imparare a pensare, perché pensare bene significa
agire bene. Per i comunisti pensare bene significa diventare capaci di
mobilitare le masse popolari a liberarsi dallo sfruttamento e dall’oppressione,
a imparare a dirigersi e a dirigere, a costruire una società nuova, una società
socialista. Significa anche, all’interno del movimento comunista, superare le
concezioni arretrate, vecchie, sbagliate che rallentano la nostra opera, e
soprattutto combattere al nostro interno l’influenza della concezione del mondo
delle classi sfruttatrici. Raccogliamo quindi l’invito alla discussione.
Compagni e compagne del LCC, è giusto
che mettiate subito l’accento sulla contraddizione tra proprietà privata e
carattere collettivo delle forze produttive. Questa è una contraddizione che
non viene riconosciuta dalla Scuola di Francoforte, e la concezione della
Scuola di Francoforte è molto radicata in organismi come Rete dei Comunisti
(RdC), con cui LCC, vediamo, ha parecchie relazioni. LCC quindi può portare
avanti una lotta efficace in RdC per togliere di mezzo questa concezione, che è
anticomunista e serve a spargere confusione tra gli elementi avanzati delle
masse popolari. Soprattutto, però, è importante che spingiate RdC a fare
qualcosa per la costruzione del partito comunista, cosa che dicono di volere
fare da quando si sono costituiti, 17 anni fa circa.
Dovete però fare attenzione a non
confondervi con una serie di idee sbagliate che in RdC circolano. Voi, ad
esempio, scrivete che i diritti sono sotto attacco a causa della crisi e della
mancanza di “rappresentanza politica organizzata” degli sfruttati. Voi
intendete che negli ultimi sessanta anni sia stata rappresentanza politica
organizzata solo il primo PCI? Questo è
quello che dice RdC, effettivamente, e voi pure dite che non ci sono stati
“contrasti significativi” a sinistra di Togliatti e i diritti delle masse
popolari sarebbero stati “definitivamente liquidati” con lo scioglimento del
PCI nel 1991. Nel vostro bilancio del
movimento comunista del nostro paese del secolo scorso, non parlate dei
tentativi di ricostruire un vero partito comunista. Non parlate del movimento
marxista leninista né delle Organizzazioni Comuniste Combattenti, e in
particolare delle Brigate Rosse per quanto riguarda l’Italia. Non parlate
dell’Unione Sovietica e della Grande Rivoluzione d’Ottobre di cui quest’anno
ricorre il centenario, né della rivoluzione con cui conquistò il potere in Cina
il Partito comunista, quello che, tra l’altro, iniziò subito la critica contro
Togliatti e i revisionisti con i documenti sulle Divergenze tra il compagno Togliatti e noi, documenti che ogni
militante del movimento comunista a conoscenza della storia almeno dell’ultimo
mezzo secolo deve segnalare a compagni e compagne più giovani.
I giovani delle masse popolari nelle
scuole borghesi vengono diseducati, tanto che studenti universitari ignorano
cose che negli anni Sessanta erano conosciute anche dai bimbi delle elementari,
e anche voi di LCC dovete contribuire a fare conoscere loro la storia. Ci sono
tra le masse popolari parecchi anziani che ricordano bene la storia dell’URSS,
la vittoria dell’Armata Rossa nella Seconda Guerra Mondiale, parecchi adulti
che ricordano bene le Brigate Rosse. I comunisti si distinguono da questi
elementi avanzati delle masse popolari anche perché quello che essi ricordano
loro lo insegnano.
Bisogna poi che abbiate cura di
insegnarlo bene. Dite, ad esempio, che il PCI deviò verso il riformismo quando
Gramsci era in carcere. Questo non è possibile. Gramsci morì nel 1937, e nel
1945 il PCI guidò la guerra di Resistenza contro il nazifascismo. Come poteva
farlo un partito riformista? La direzione del PCI fu presa in mano dai
revisionisti solo nel 1956, vent’anni dopo la morte di Gramsci.
Arriviamo agli anni ’60 e ’70.
Attribuite le conquiste delle masse popolari degli anni '60 e '70 alla ripresa
del sistema capitalista. Qui non riconoscete il ruolo determinante che ha avuto
il movimento comunista nell'inspirare e dirigere quelle mobilitazioni, e lo
spauracchio che per i padroni di tutto il mondo ha rappresentato l'Unione
Sovietica. E’ per questo che attribuite responsabilità della odierna perdita di
conquiste all'avanzare della crisi del sistema capitalista anziché che alla
debolezza del movimento comunista. Così facendo, fate passare l’idea che è la
borghesia a dirigere il gioco, a dare quando le cose le vanno bene e a togliere
quando le cose le vanno male. Anche questa è un’idea molto diffusa tra
determinati dirigenti di RdC. La condividete?
A leggere il vostro documento,
quindi, pare che la “rappresentanza politica organizzata” cui fate riferimento
effettivamente è il vecchio PCI, una rappresentanza delle masse popolari che
sta nelle istituzioni rappresentative della borghesia. Perciò dite che da circa
vent'anni, e cioè da quando il vecchio PCI si è sciolto, che si tenta di ricostruire
questa organizzazione di cui parlate? Questo però è in contraddizione con il
fatto che, all’inizio, dite che il nuovo partito deve essere rivoluzionario.
Dite che i principali limiti da
affrontare nel soggettivismo e nel movimentismo. Sono due limiti indubbiamente
veri, ma non principali. Soggettivismo e movimentismo sono i limiti che da
sempre revisionisti e riformisti hanno imputato al movimento extraparlamentare.
I limiti principali del movimento comunista del nostro paese, il più forte e
importante in un paese imperialista, sono stati il riformismo politico e
l'economicismo sindacale. Sono tare con le quali tutti dobbiamo fare i conti a
tutt'oggi, modi di pensare e agire travasati nel movimento comunista dalla
borghesia che non vede oltre l'orizzonte dell'esistente. Il limitarsi a rivendicazioni alle
istituzioni politiche della borghesia e a rivendicazioni sindacali ai padroni,
senza dedicare le energie migliori alla lotta rivoluzionaria, effettivamente
alla borghesia fa comodo.
Voi vedete che stiamo portando avanti
una battaglia contro le tesi della sinistra borghese. Sono quelli che si
dichiarano comunisti ma contemporaneamente dicono che la rivoluzione, la
dittatura del proletariato è impossibile e che chi dice il contrario o è uno
sbirro o è un pazzo. Vorrebbero tenersi
loro l'eredità del movimento comunista e fregiarsene per avere credito tra le
masse popolari e poi far di esse massa di manovra per interessi di bottega se
non per gli interessi della borghesia stessa. Seminano sfiducia tra le masse
popolari, vogliono mantenere nell'ignoranza e nulla fanno per trasformare la
ribellione diffusa in costruzione del processo rivoluzionario. Dicono che per
fare il partito basta dichiararsi comunisti. Contro elementi come questi Lenin
e i bolscevichi condussero una lotta a fondo, e la loro rivoluzione vinse. Voi,
che iniziate oggi questa esperienza nuova, che pensate di tutto questo?
E' fondamentale fare un serio
bilancio del movimento comunista perché senza conoscere ciò che ha fatto chi
prima di noi ci ha provato significa con ogni certezza cadere nei medesimi
errori. La Carovana del nuovo PCI ha fatto questo bilancio e invitiamo voi,
così come tutte/i le/i compagni interessati a discuterne. Il prossimo 21
gennaio presso i locali che Gallery Art occupa sotto la Galleria Principe di
Napoli: qui terremo un dibattito pubblico in occasione dell'anniversario della
fondazione del PCI sul bilancio del movimento comunista del nostro paese.
Siamo felici che vi dichiariate
disposti al confronto e al dibattito. Pratiche da “cardinali” che agiscono
sottobanco e parlano nei retrobottega lasciamole alla borghesia e a chi vuole
stare al suo carro! Sono secoli che i preti ci ripetono che “si dice il peccato
ma non il peccatore”. Alle masse popolari invece va detta la verità. E’
sbagliato fare allusioni, è roba da politicanti borghesi secondo i quali non
serve che le masse popolari comprendano la realtà. Alla fine della fiera le
cose finiscono per conoscerle per nome e cognome meglio gli sbirri che i
proletari! Nel vostro comunicato di solidarietà a Michele Franco, ad esempio,
potevate e dovevate scrivere chi sono le “certe organizzazioni” dalla cui
pratica di dibattito vi dissociate. Intendete il P.CARC, il (nuovo)PCI, il SLL
o cosa? Perché fate solidarietà citando nomi e cognomi e non fate altrettanto
per indicare chi criticate? Tenere le masse popolari all’oscuro, non educarle,
ecco la causa principale degli atti di aggressione contro Franco e Amore. Se
lasciassimo continuare pratiche del genere, se non ci applicassimo subito a
portare alle masse popolari una visione della realtà chiara, un metodo d’azione
praticabile, succederebbe ben di peggio: larga parte delle masse popolari
sarebbe dirottata verso la mobilitazione reazionaria. Nei primi anni ’20 dello
scorso secolo è accaduto questo, e le prime vittime furono anche tra molti che
erano la sinistra borghese di allora e che pure erano onesti (qui non
discutiamo dell’onestà di tizio o caio), come nel caso di Matteotti. Non
consentiremo che accada di nuovo.
Noi plaudiamo all'iniziativa di Rete
dei Comunisti di indire il prossimo 12 gennaio un'assemblea pubblica,
diversamente da quanto si fece in occasione dell'aggressione ad Amore qualche
mese fa. Plaudiamo ai comunicati del SLL di questi giorni ed anche alla
risposta di Mariapia Zanni sul punto, perché alimentano dibattito e portano
alla luce questioni importanti da discutere perché sono determinanti per la
realizzazione degli interessi delle masse popolari.
Attendiamo dunque di conoscere quanto
prima e meglio le vostre posizioni riguardo a tali importanti e strategici
propositi, nelle varie occasioni che creeremo e che verranno create da qui in
avanti, sempre più numerose, e di cui l’assemblea del 12 gennaio è la
prima Abbiamo iniziato a fare appello
perché la partecipazione a questa assemblea sia più ampia possibile, e con
questo comunicato, che è pubblico, informiamo che porteremo a tale assemblea un
nostro contributo che illustreremo in un nostro intervento.
Saluti comunisti
La Segreteria Federale Campania del
Partito dei CARC
Napoli, 8 gennaio 2017
Come ho già avuto modo di dire telefonicamente a Marco e Igor il documento è ben fatto ed è segno evidente dell'assimilazione di un insegnamento importante, relativo alla differenza tra FSRS (che fanno parte del movimento comunista a pieno titolo, vorrebbero fare il Partito e la rivoluzione ma non sanno come fare per limiti di concezione che noi aiutiamo a correggere con la critica) e sinistra borghese (che incarna la concezione del campo nemico e, laddove si dichiara comunista e intenzionata a fare il Partito ma sparge a piene mani idee e concezioni velenose, va sonoramente bastonata e chiamata per quello che è: truffatrice).
RispondiEliminaTuttavia manca un aspetto importante, anche ai fini dello sviluppo delle contraddizioni tra LCC e RdC. LCC è tra le FSRS che indica la sovrapproduzione di capitale come causa della crisi e, assieme a noi, è l'unica forza politica che da della crisi una definizione corretta (crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale). Era una cosa importante da rimarcare anche per spingerli a fare dibattito franco e aperto con RdC che parla di fuoriuscita dall'euro, ALBA euromediterranea e sciocchezze simili e, dunque, considera la crisi attuale una crisi di carattere monetario e finanziario (o almeno parte dei suoi dirigenti la pensa così...)