"[...] nel periodo romantico della lotta, dello Sturm und Drang popolare, tutto l’interesse si appunta sulle armi più immediate, sui problemi di tattica, in politica e sui minori problemi culturali nel campo filosofico. Ma dal momento in cui un gruppo subalterno diventa realmente autonomo ed egemone suscitando un nuovo tipo di Stato, nasce concretamente l’esigenza di costruire un nuovo ordine intellettuale e morale, cioè un nuovo tipo di società e quindi l’esigenza di elaborare i concetti più universali, le armi ideologiche più raffinate e decisive. [...] Si può così porre la lotta per una cultura superiore autonoma; la parte positiva della lotta che si manifesta in forma negativa e polemica con gli a‑ privativi e gli anti‑ (anticlericalismo, ateismo, ecc.). Si dà una forma moderna e attuale all’umanesimo laico tradizionale che deve essere la base etica del nuovo tipo di Stato." (Antonio Gramsci, Q 11, nota 70)

lunedì 13 febbraio 2017

CASA DELLE RESISTENZE E DELLE QUATTRO GIORNATE IN GALLERIA PRINCIPE DI NAPOLI

LA GALLERIA PRINCIPE è UN BENE COMUNE!  
SERVE A FARE ARTE E CULTURA POPOLARE.

FACCIAMONE UNA CASA DELLE RESISTENZE. 
DI IERI. DI OGGI

GAlleЯi@rt, collettivo di artisti, artigiani, operatori culturali, lavoratori della cultura e attivisti della città di Napoli promosso dall’Associazione culturale Resistenza, fin dal 2013, in piena autorganizzazione e autofinanziamento, hanno promosso e praticato un processo di rivalorizzazione a uso sociali della Galleria Principe di Napoli, gioiello monumentale abbandonato della città. Ne abbiamo fatto uno spazio nuovamente pubblico: laboratorio di sperimentazione artistico-culturale di arti figurative, di linguaggi espressivi, di libera produzione di arti e resistenze artigiane. Un luogo, in questo senso, “resistente” ai progetti speculativi legati al profitto di privati “investitori”. Oggi, sviluppando questa pratica e dando prospettiva a quella pratica che ci ha contraddistinto e che portiamo avanti, inauguriamo un progetto-quadro intergenerazionale insieme all’Associazione culturale Resistenza, all’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e al Comune di Napoli, disposto e portato a riconoscere il processo di autonomia sociale che nella Galleria si è affermato.

“Casa della Resistenza napoletana e delle Quattro Giornate. Le resistenze di ieri e di oggi è il titolo del progetto e il filone sul quale struttureremo la  condivisione degli spazi della Galleria come luoghi di memoria e di futuro nel solco dei valori della Resistenza che liberò il nostro paese dalla barbarie nazi-fascista e nella pratica di quei valori, facendone luogo di socializzazione responsabile, ponte intergenerazionale per la formazione culturale per le giovani generazioni, organizzazione sociale, produzione creativa..
Il confronto tra progettualità di sviluppo di un luogo che così viene sottratto alla speculazione commerciale ed alla cartolarizzazione coatta, per essere, invece, restituito alla dimensione artistico-culturale e storica che gli è propria ha posto e  pone oggi nuove condizioni per le quali si sia dato avvio a questa collaborazione, affinché progetti, idee, proposte, ma anche capacità professionali,esperienze maturate, competenze tecniche, modalità operative possano essere ragionate in un quadro condiviso, per ciò stesso partecipato. Aperto sempre, cioè, a comitati, collettivi, movimenti, associazioni, singoli che, in qualsiasi momento, possono portare il proprio contributo.

Nel contempo, fuori di ogni delega, un progetto che spinga la stessa Amministrazione Comunale a sostenere e favorire fattivamente altre esperienze di autorganizzazione come tante ve ne sono in città: dalla nuova occupazione  a fini sociali di uno dei locali della Galleria, all’ex Scuola Schipa e Villa De Luca quali occupazioni ad uso abitativo, da Villa Medusa, oggi luogo di aggregazione sociale e sportiva, all’ex Asilo Filangieri, spazio del libero esercizio di attività culturali fino alla ex Mensa della Federico II. Esperienze, queste, che testimoniano una città viva e vitale, nonostante tanto se ne dica quanto a degrado e abbrutimento. Una città capace di progettare, in maniera autonoma ed autorganizzata un proprio modello sociale e aggregativo, un diverso modo di “amministrarsi”, alterativo ai dettami, ai vincoli, ai legacci ad essa imposti dalle politiche dei governi centrali che si avvicendano alla guida dal paese senza passare da alcuna elezione, in spregio ai più elementari statuti della democrazia politica.

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