"[...] nel periodo romantico della lotta, dello Sturm und Drang popolare, tutto l’interesse si appunta sulle armi più immediate, sui problemi di tattica, in politica e sui minori problemi culturali nel campo filosofico. Ma dal momento in cui un gruppo subalterno diventa realmente autonomo ed egemone suscitando un nuovo tipo di Stato, nasce concretamente l’esigenza di costruire un nuovo ordine intellettuale e morale, cioè un nuovo tipo di società e quindi l’esigenza di elaborare i concetti più universali, le armi ideologiche più raffinate e decisive. [...] Si può così porre la lotta per una cultura superiore autonoma; la parte positiva della lotta che si manifesta in forma negativa e polemica con gli a‑ privativi e gli anti‑ (anticlericalismo, ateismo, ecc.). Si dà una forma moderna e attuale all’umanesimo laico tradizionale che deve essere la base etica del nuovo tipo di Stato." (Antonio Gramsci, Q 11, nota 70)

venerdì 3 febbraio 2017

DA COSA DIPENDE L’UNITA’?

“L’unità dei marxisti-leninisti non dipende dalle qualità diplomatiche, dalle buone maniere o dalla tolleranza. L’unità tra alcune persone, tra alcuni circoli dipende spesso dalle buone maniere, dalla tolleranza reciproca e dai compromessi, ma l’unità dei marxisti-leninisti, l’unità del proletariato attorno ai marxisti-leninisti e l’unità delle masse popolari attorno al proletariato possono essere conquistate e rafforzate solo con una giusta linea: è la lotta per il potere contro la borghesia secondo una giusta direzione che unisce i rivoluzionari tra loro e con il popolo; senza questo l’unità non si crea e dove esiste si corrompe e scompare.”

Da Storia dell’organizzazione marxista-leninista in Italia (1963-69), 
a cura di Giuseppe Maj, in Che fare, n. 5, estate 1969

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