Testi pubblicati in “Resistenza”, foglio del Partito dei CARC, giugno 2013
Ugo Mattei: “occorre oggi un Comitato di Liberazione Nazionale”
Che in Italia la democrazia sia agonizzante mi pare evidente. Di quella diretta c’è il terrore: prima il
referendum tradito (ndr: sull’acqua pubblica e i beni comuni del giugno 2011),
poi il voto sul pareggio di bilancio (ndr: introdotto in Costituzione, art. 81
e altri, durante il governo Monti) a maggioranza “bulgara” al fine di evitare
il referendum confermativo, poi ancora lo scioglimento anticipato di qualche
giorno al fine di far buttare le firme raccolte nei referendum sul lavoro….
(ndr: per ripristinare l’art. 18 e abolire l’art. 8 della finanziaria
Berlusconi, più di un milione di firme raccolte)
La corsa alla conferma del vecchio caudillo Napolitano, avvenuta dopo
appena cinque scrutini andati a vuoto, mentre nella storia repubblicana per
diversi presidenti si era voltato ben oltre quindici scrutini, mostra il
terrore per la democrazia all’opera anche in sede parlamentare. Infine, il
governo Letta sostenuto dal ceto politico ma certo non dagli elettori mostra il
completo spregio della volontà del popolo.
E’ difficile non provare un moto di sgomento di fronte a tutto ciò e la
crescita record dell’astensionismo anche nelle ultime amministrative dimostra
che il popolo è stanco di essere preso in giro.
La crisi terminale della rappresentanza travolge la legittimità delle
istituzioni e obbliga i veri democratici a sperimentare strade alternative di ricostruzione
democratica. Per questo non si può che raccogliere la sfida che oggi è
collocata tutta sul terreno costituente. Occorre raccogliere le forze
democratiche del paese intorno alla difesa della democrazia, meglio direi
dell’homo democraticus sempre più schiacciato e umiliato da pratiche verticali
di brutale esercizio del potere.
Da qualche tempo vado dicendo che occorre oggi un Comitato di
Liberazione Nazionale che raccolga tutte le forze che hanno il coraggio di dire
che in mancanza di democrazia a governare non può che essere un regime, in
quanto tale odioso e illegittimo. Queste non sono solo forze di sinistra perché
dobbiamo renderci conto che la Costituzione, che la sfida costituente ci impone
finalmente di attuare per realizzare quella “rivoluzione promessa” che in essa
è contenuta, non è proprietà della sola sinistra ma patrimonio di tutti i
democratici.
Oggi non serve la rifondazione della sinistra ma una forza
rivoluzionaria che dal basso si spenda senza tregua per riaffermare la
democrazia che va declinata ben oltre la rappresentanza.
Ugo Mattei
Costituente dei Beni Comuni
Giulietto Chiesa:
“una grande alleanza democratica e popolare, ritengo mio dovere contribuire a
costruirla”
Guardo con spirito molto positivo tutte le proposte che mirino alla
creazione di un vasto fronte. Io, come ben sapete, da tempo parlo della
necessità di un vero e proprio Comitato di Salvezza nazionale. Lo scrissi già
nel 2011. Oggi lo rinominerei “grande alleanza democratica e popolare per la
salvezza dell’Italia”.
Allora non c’era ancora, in Parlamento, un’opposizione. Adesso ce ne
sono due: il Movimento 5 Stelle e SEL. Sulla linea di SEL nutro non pochi
dubbi, poiché considero grave responsabilità di Vendola quella di avere
portato, anche se pochi, voti al PD. E vedo ancora serie inclinazioni a
convergenze con quel partito, che è ormai, nei suoi vertici, completamente
screditato. Ben più consistente la presenza parlamentare del Movimento 5
Stelle. Sul suo programma ci sono giuste riserve. Tuttavia la sua collocazione
all’esterno della casta e contro di essa è fuori discussione. Questo cambia molte cose.
E’ ovvio, per me, che una “grande alleanza democratica e popolare” non
potrà prescindere da queste due opposizioni.
Con esse occorre lavorare e costruire. Guardando, al contempo, ai
milioni di elettori del PD che stanno assistendo al crollo di un partito che
molti di loro consideravano ancora di sinistra.
Io credo che dobbiamo ricordare il Berlinguer che, dopo i drammatici
eventi cileni, ricordò a tutti che non ci sarebbe bastato il 51% per cambiare
l’Italia in senso democratico e per attuare la Costituzione. Il nemico di
allora era forte e spietato e non avrebbe esitato a ricorrere alla forza e al
terrore (come anche in Italia aveva cominciato a fare fin dal 1969, con la
strage di Piazza Fontana a Milano).
Il nemico di oggi, la cupola finanziaria mondiale, il Superclan, è di
gran lunga più forte di quanto non fossero le classi dominanti di allora.
Dunque ricordiamoci tutti: non ci basterà il 25% e nemmeno il 51%. Chi
lo pensa è un cattivo stratega. Non ho mai visto vincere una battaglia, tanto
meno una guerra, a un generale che non fosse capace di misurare la forza del
nemico. Considero dunque profondamente sbagliate tutte le ipotesi di costruire
aggregazioni “di sinistra”. Tanto meno di “sinistra radicale”.
Ciascuno ha la sua storia e non credo sia utile, e nemmeno giusto,
chiedere agli altri di rinunciare alla propria storia, personale, di gruppo, di
partito.
Dunque ciascuno la tenga ben stretta e cara. Ma pretendere dalle grandi masse di radunarsi dietro e
sotto le bandiere della sinistra, quando la sinistra è stata sconfitta, è stata
umiliata e si è umiliata in modo spesso rivoltante; quando la sinistra è del
tutto sconosciuta tra le grandi masse giovanili di questo nostro paese; quando
quel poco di sinistra che milioni di italiani e la quasi totalità dei giovani
nostri contemporanei conoscono è
negativo, deprimente, vecchio, o suscita disgusto e critica, allora questo significa
estraniarsi di fatto dalla gente, ritagliarsi una nicchia di infima minoranza,
rinunciare a parlare al popolo.
Per questa via non si costruisce nessuna “grande alleanza democratica e
popolare”. Io sono dunque pronto a lavorare con chiunque in questa direzione.
Non ho nemici da combattere: ho amici e compagni di strada da cercare. So che
ce ne sono tanti che cercano una maniglia cui aggrapparsi. Ritengo mio dovere
quello di contribuire a costruirla.
Giulietto Chiesa
Presidente e fondatore di Alternativa-Laboratorio Politico
Dal portale del
M5S: “appello per la creazione di un Governo di Liberazione Nazionale”
Questa idea non originale circola da qualche tempo, dopo l’ennesimo
stimolo ho deciso di scrivere una nota, per permetterci di parlarne e formulare
un vero e proprio appello da diffondere. A situazione di emergenza, governo di
emergenza! L’operazione”golpe bianco” prosegue: dopo aver fatto carta straccia
degli esiti elettorali, la cricca Napolitano/Letta/Berlusconi si sono divisi
tutte le poltrone che abbiano un minimo di voce in capitolo e di peso nel
funzionamento del Paese. Mentre il PD si allea con il PdL in nome dell’unità
nazionale e della riappacificazione, il Tribunale giudica in appello Berlusconi
colpevole nel processo Mediaset, banchieri e finanzieri europei danno la benedizione
al governo dell’inciucio, nelle piazze di tutto il Paese crescono la
repressione e la disperazione. Da più parti si sono levati appelli a costruire
un “governo ombra” o un “comitato di salvezza nazionale” o “di liberazione
nazionale”...un NON- governo, un governo “di Luce” , ognuno lo chiami come
meglio crede, ma la sostanza è la stessa: proseguendo sulla scia di quella
spinta che ha promosso la candidatura di Rodotà a Presidente della Repubblica,
proponiamo Rodotà a capo di un governo di fatto dei cittadini che abbia il
compito di indicare caso per caso e zona per zona le misure e i provvedimenti
necessari a uscire dal buio, che chiami gli italiani a organizzarsi per
attuarli e lanci la disobbedienza civile di massa al governo del golpe.
Potrebbero essere lo stimolo per formulare proposte organiche e dal basso sulla
base di assemblee che raccolgano fattivamente movimenti e dibattiti civici
importanti. Qualche nome? Presidente del Consiglio: Stefano Rodotà; al Lavoro:
Maurizio Landini; Grazia e Giustizia: Gustavo Zagrebelsky; alla Sanità: Gino
Strada; alle Infrastrutture e Trasporti: Albero Perino; ai Beni Comuni: Ugo
Mattei; alle Comunicazioni: Milena Gabanelli; alla Cultura: Dario Fo; [e poi
ancora, .... coinvolgere Emilio Molinari, Giorno, Lucarelli, Petrella, Lembo,
Petrini, Raphael Rossi, Attac Italia, Imposimato, alla sanità coinvolgere Isde,
e i medici ambientalisti che ci hanno sostenuto e aiutato in mille campagne...]
Gli esponenti della società civile che I NOSTRI PARLAMENTARI AVREBBERO PROPOSTO
PER FORMARE il GOVERNO, se solo avessero avuto intenzione di darcene la
possibilità E CI AVESSERO AFFIDATO L’INCARICO ! Il concetto è chiaro? Milioni
di lavoratori, precari, disoccupati, esodati, sfrattati, artigiani saranno con
noi: quelli che con noi hanno ricominciato a partecipare, ma anche quelli che
non hanno neanche votato perché gli hanno ucciso ogni speranza e quelli hanno
votato il PD che giurava “mai più con Berlusconi”.
Mandiamoli tutti a casa! Riprendiamoci l’Italia!
Postato il 19.05.13
Un nuovo CLN. Come,
per fare cosa?
“(…) Dalla posizione che attualmente già occupano, per costituire un
Governo di Salvezza Nazionale basta che Beppe Grillo e il M5S chiamino a raccolta la parte più avanzata e
responsabile dei dirigenti dei sindacati di base e alternativi e della sinistra
dei sindacati di regime, gli esponenti democratici della società civile, delle
professioni liberali, delle Università e della stessa Amministrazione Pubblica,
delle Forze Armate, della stessa borghesia industriale e del clero, i sindaci e
consiglieri delle amministrazioni locali decisi a rompere con i vertici della
Repubblica Pontificia, i portavoce della sinistra borghese non accecati
dall’anticomunismo. La risposta che ognuno di questi dà oggi a un simile
appello di Beppe Grillo e del M5S sarà anche la verifica della sua attitudine a
far parte del governo di Salvezza Nazionale oggi e del Governo di Blocco
Popolare domani.
Un Governo di Salvezza Nazionale così costituito non è ancora il governo
effettivo del paese, ma lo diventerebbe in tempi ragionevoli.
Infatti un simile Governo di Salvezza Nazionale deve anzitutto e
soprattutto incoraggiare le masse popolari a organizzarsi, a costituire di
fronte a ogni necessità organizzazioni operaie e popolari e a passare
direttamente all’azione: prendere in mano capillarmente, localmente, ognuno con
i mezzi di cui dispone e nelle forme che al momento sa praticare, i servizi
pubblici che le Autorità riducono e lasciano andare in malora, far funzionare
le aziende che i padroni vogliono chiudere o hanno già chiuso, aprire nuove
agenzie pubbliche e aziende private o collettive per attivare servizi e
produzioni che servono alle masse popolari dando attuazione pratica alle parole
d’ordine “a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso” e “a ogni individuo i beni
e servizi necessari a una vita civile alla sola condizione che svolga
scrupolosamente un lavoro utile”, mettere in uso e riabilitare tutto il
patrimonio edilizio del paese, salvaguardare le infrastrutture, valorizzare il
patrimonio artistico e proteggere il territorio dall’inquinamento e dai
disastri naturali, convincere con le buone o le cattive le agenzie locali del
sistema bancario a fornire i crediti necessari per queste iniziative, favorire
in ogni modo la partecipazione delle masse popolari alla gestione della vita
sociale, alle attività culturali e artistiche, alla ricerca scientifica e allo
sport, mettere i mezzi di comunicazione e di informazione gratuitamente a
disposizione delle masse popolari organizzate.
Per il solo fatto della sua costituzione, per la sua dichiarazione di
guerra senza tregua e senza conciliazione possibile al governo illegittimo e
illegale Letta-Napolitano-Berlusconi, con la sua esistenza, la sua propaganda e
le relazioni che svilupperà, per le adesioni che raccoglierà, per gli effetti
che la sua costituzione, la sua esistenza e la sua attività provocheranno nel
campo nemico, un simile Governo di Salvezza Nazionale darà un impulso potente
alla moltiplicazione delle organizzazioni operaie e popolari, all’elevamento
del loro orientamento politico e allo sviluppo della loro iniziativa”.
(nuovo)Partito comunista italiano
Comunicato n. 22, 26.05.13
De Magistris interviene al corteo per il NO al referendum il 27 novembre 2016
NAPOLI. La popolazione si raccoglie per dire il suo NO al referendum, e conclude o il suo corteo a Piazza del Popolo, dove dal palco interviene, tra gli applausi, anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris: «Questa è una piazza costituente e ri-costituente - ha detto - vogliamo un giorno un Governo popolare di liberazione nazionale, fondato sul lavoro e non sul denaro. Noi vogliamo mettere al centro invece, ambiente, acqua pubblica, lavoro, cultura. Dopo il 4 dicembre vogliamo una internazionale dei beni comuni contro le oligarchie: non molleremo mai».
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