"[...] nel periodo romantico della lotta, dello Sturm und Drang popolare, tutto l’interesse si appunta sulle armi più immediate, sui problemi di tattica, in politica e sui minori problemi culturali nel campo filosofico. Ma dal momento in cui un gruppo subalterno diventa realmente autonomo ed egemone suscitando un nuovo tipo di Stato, nasce concretamente l’esigenza di costruire un nuovo ordine intellettuale e morale, cioè un nuovo tipo di società e quindi l’esigenza di elaborare i concetti più universali, le armi ideologiche più raffinate e decisive. [...] Si può così porre la lotta per una cultura superiore autonoma; la parte positiva della lotta che si manifesta in forma negativa e polemica con gli a‑ privativi e gli anti‑ (anticlericalismo, ateismo, ecc.). Si dà una forma moderna e attuale all’umanesimo laico tradizionale che deve essere la base etica del nuovo tipo di Stato." (Antonio Gramsci, Q 11, nota 70)

venerdì 10 febbraio 2017

COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE


Testi pubblicati in “Resistenza”, foglio del Partito dei CARC, giugno 2013

Ugo Mattei: “occorre oggi un Comitato di Liberazione Nazionale”

Che in Italia la democrazia sia agonizzante mi pare evidente.  Di quella diretta c’è il terrore: prima il referendum tradito (ndr: sull’acqua pubblica e i beni comuni del giugno 2011), poi il voto sul pareggio di bilancio (ndr: introdotto in Costituzione, art. 81 e altri, durante il governo Monti) a maggioranza “bulgara” al fine di evitare il referendum confermativo, poi ancora lo scioglimento anticipato di qualche giorno al fine di far buttare le firme raccolte nei referendum sul lavoro…. (ndr: per ripristinare l’art. 18 e abolire l’art. 8 della finanziaria Berlusconi, più di un milione di firme raccolte)
La corsa alla conferma del vecchio caudillo Napolitano, avvenuta dopo appena cinque scrutini andati a vuoto, mentre nella storia repubblicana per diversi presidenti si era voltato ben oltre quindici scrutini, mostra il terrore per la democrazia all’opera anche in sede parlamentare. Infine, il governo Letta sostenuto dal ceto politico ma certo non dagli elettori mostra il completo spregio della volontà del popolo.
E’ difficile non provare un moto di sgomento di fronte a tutto ciò e la crescita record dell’astensionismo anche nelle ultime amministrative dimostra che il popolo è stanco di essere preso in giro.
La crisi terminale della rappresentanza travolge la legittimità delle istituzioni e obbliga i veri democratici a sperimentare strade alternative di ricostruzione democratica. Per questo non si può che raccogliere la sfida che oggi è collocata tutta sul terreno costituente. Occorre raccogliere le forze democratiche del paese intorno alla difesa della democrazia, meglio direi dell’homo democraticus sempre più schiacciato e umiliato da pratiche verticali di brutale esercizio del potere.
Da qualche tempo vado dicendo che occorre oggi un Comitato di Liberazione Nazionale che raccolga tutte le forze che hanno il coraggio di dire che in mancanza di democrazia a governare non può che essere un regime, in quanto tale odioso e illegittimo. Queste non sono solo forze di sinistra perché dobbiamo renderci conto che la Costituzione, che la sfida costituente ci impone finalmente di attuare per realizzare quella “rivoluzione promessa” che in essa è contenuta, non è proprietà della sola sinistra ma patrimonio di tutti i democratici.
Oggi non serve la rifondazione della sinistra ma una forza rivoluzionaria che dal basso si spenda senza tregua per riaffermare la democrazia che va declinata ben oltre la rappresentanza.

Ugo Mattei

Costituente dei Beni Comuni

Giulietto Chiesa: “una grande alleanza democratica e popolare, ritengo mio dovere contribuire a costruirla”
Guardo con spirito molto positivo tutte le proposte che mirino alla creazione di un vasto fronte. Io, come ben sapete, da tempo parlo della necessità di un vero e proprio Comitato di Salvezza nazionale. Lo scrissi già nel 2011. Oggi lo rinominerei “grande alleanza democratica e popolare per la salvezza dell’Italia”.
Allora non c’era ancora, in Parlamento, un’opposizione. Adesso ce ne sono due: il Movimento 5 Stelle e SEL. Sulla linea di SEL nutro non pochi dubbi, poiché considero grave responsabilità di Vendola quella di avere portato, anche se pochi, voti al PD. E vedo ancora serie inclinazioni a convergenze con quel partito, che è ormai, nei suoi vertici, completamente screditato. Ben più consistente la presenza parlamentare del Movimento 5 Stelle. Sul suo programma ci sono giuste riserve. Tuttavia la sua collocazione all’esterno della casta e contro di essa è fuori discussione.  Questo cambia molte cose.
E’ ovvio, per me, che una “grande alleanza democratica e popolare” non potrà prescindere da queste due opposizioni.
Con esse occorre lavorare e costruire. Guardando, al contempo, ai milioni di elettori del PD che stanno assistendo al crollo di un partito che molti di loro consideravano ancora di sinistra.
Io credo che dobbiamo ricordare il Berlinguer che, dopo i drammatici eventi cileni, ricordò a tutti che non ci sarebbe bastato il 51% per cambiare l’Italia in senso democratico e per attuare la Costituzione. Il nemico di allora era forte e spietato e non avrebbe esitato a ricorrere alla forza e al terrore (come anche in Italia aveva cominciato a fare fin dal 1969, con la strage di Piazza Fontana a Milano).
Il nemico di oggi, la cupola finanziaria mondiale, il Superclan, è di gran lunga più forte di quanto non fossero le classi dominanti di allora.
Dunque ricordiamoci tutti: non ci basterà il 25% e nemmeno il 51%. Chi lo pensa è un cattivo stratega. Non ho mai visto vincere una battaglia, tanto meno una guerra, a un generale che non fosse capace di misurare la forza del nemico. Considero dunque profondamente sbagliate tutte le ipotesi di costruire aggregazioni “di sinistra”. Tanto meno di “sinistra radicale”.
Ciascuno ha la sua storia e non credo sia utile, e nemmeno giusto, chiedere agli altri di rinunciare alla propria storia, personale, di gruppo, di partito.
Dunque ciascuno la tenga ben stretta e cara. Ma pretendere  dalle grandi masse di radunarsi dietro e sotto le bandiere della sinistra, quando la sinistra è stata sconfitta, è stata umiliata e si è umiliata in modo spesso rivoltante; quando la sinistra è del tutto sconosciuta tra le grandi masse giovanili di questo nostro paese; quando quel poco di sinistra che milioni di italiani e la quasi totalità dei giovani nostri contemporanei  conoscono è negativo, deprimente, vecchio, o suscita disgusto e critica, allora questo significa estraniarsi di fatto dalla gente, ritagliarsi una nicchia di infima minoranza, rinunciare a parlare al popolo.
Per questa via non si costruisce nessuna “grande alleanza democratica e popolare”. Io sono dunque pronto a lavorare con chiunque in questa direzione. Non ho nemici da combattere: ho amici e compagni di strada da cercare. So che ce ne sono tanti che cercano una maniglia cui aggrapparsi. Ritengo mio dovere quello di contribuire a costruirla.

Giulietto Chiesa
Presidente e fondatore di Alternativa-Laboratorio Politico

Dal portale del M5S: “appello per la creazione di un Governo di Liberazione Nazionale”
Questa idea non originale circola da qualche tempo, dopo l’ennesimo stimolo ho deciso di scrivere una nota, per permetterci di parlarne e formulare un vero e proprio appello da diffondere. A situazione di emergenza, governo di emergenza! L’operazione”golpe bianco” prosegue: dopo aver fatto carta straccia degli esiti elettorali, la cricca Napolitano/Letta/Berlusconi si sono divisi tutte le poltrone che abbiano un minimo di voce in capitolo e di peso nel funzionamento del Paese. Mentre il PD si allea con il PdL in nome dell’unità nazionale e della riappacificazione, il Tribunale giudica in appello Berlusconi colpevole nel processo Mediaset, banchieri e finanzieri europei danno la benedizione al governo dell’inciucio, nelle piazze di tutto il Paese crescono la repressione e la disperazione. Da più parti si sono levati appelli a costruire un “governo ombra” o un “comitato di salvezza nazionale” o “di liberazione nazionale”...un NON- governo, un governo “di Luce” , ognuno lo chiami come meglio crede, ma la sostanza è la stessa: proseguendo sulla scia di quella spinta che ha promosso la candidatura di Rodotà a Presidente della Repubblica, proponiamo Rodotà a capo di un governo di fatto dei cittadini che abbia il compito di indicare caso per caso e zona per zona le misure e i provvedimenti necessari a uscire dal buio, che chiami gli italiani a organizzarsi per attuarli e lanci la disobbedienza civile di massa al governo del golpe. Potrebbero essere lo stimolo per formulare proposte organiche e dal basso sulla base di assemblee che raccolgano fattivamente movimenti e dibattiti civici importanti. Qualche nome? Presidente del Consiglio: Stefano Rodotà; al Lavoro: Maurizio Landini; Grazia e Giustizia: Gustavo Zagrebelsky; alla Sanità: Gino Strada; alle Infrastrutture e Trasporti: Albero Perino; ai Beni Comuni: Ugo Mattei; alle Comunicazioni: Milena Gabanelli; alla Cultura: Dario Fo; [e poi ancora, .... coinvolgere Emilio Molinari, Giorno, Lucarelli, Petrella, Lembo, Petrini, Raphael Rossi, Attac Italia, Imposimato, alla sanità coinvolgere Isde, e i medici ambientalisti che ci hanno sostenuto e aiutato in mille campagne...] Gli esponenti della società civile che I NOSTRI PARLAMENTARI AVREBBERO PROPOSTO PER FORMARE il GOVERNO, se solo avessero avuto intenzione di darcene la possibilità E CI AVESSERO AFFIDATO L’INCARICO ! Il concetto è chiaro? Milioni di lavoratori, precari, disoccupati, esodati, sfrattati, artigiani saranno con noi: quelli che con noi hanno ricominciato a partecipare, ma anche quelli che non hanno neanche votato perché gli hanno ucciso ogni speranza e quelli hanno votato il PD che giurava “mai più con Berlusconi”.
Mandiamoli tutti a casa! Riprendiamoci l’Italia!

 Postato il 19.05.13


Un nuovo CLN. Come, per fare cosa?
“(…) Dalla posizione che attualmente già occupano, per costituire un Governo di Salvezza Nazionale basta che Beppe Grillo e il M5S chiamino  a raccolta la parte più avanzata e responsabile dei dirigenti dei sindacati di base e alternativi e della sinistra dei sindacati di regime, gli esponenti democratici della società civile, delle professioni liberali, delle Università e della stessa Amministrazione Pubblica, delle Forze Armate, della stessa borghesia industriale e del clero, i sindaci e consiglieri delle amministrazioni locali decisi a rompere con i vertici della Repubblica Pontificia, i portavoce della sinistra borghese non accecati dall’anticomunismo. La risposta che ognuno di questi dà oggi a un simile appello di Beppe Grillo e del M5S sarà anche la verifica della sua attitudine a far parte del governo di Salvezza Nazionale oggi e del Governo di Blocco Popolare domani.
Un Governo di Salvezza Nazionale così costituito non è ancora il governo effettivo del paese, ma lo diventerebbe in tempi ragionevoli.
Infatti un simile Governo di Salvezza Nazionale deve anzitutto e soprattutto incoraggiare le masse popolari a organizzarsi, a costituire di fronte a ogni necessità organizzazioni operaie e popolari e a passare direttamente all’azione: prendere in mano capillarmente, localmente, ognuno con i mezzi di cui dispone e nelle forme che al momento sa praticare, i servizi pubblici che le Autorità riducono e lasciano andare in malora, far funzionare le aziende che i padroni vogliono chiudere o hanno già chiuso, aprire nuove agenzie pubbliche e aziende private o collettive per attivare servizi e produzioni che servono alle masse popolari dando attuazione pratica alle parole d’ordine “a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso” e “a ogni individuo i beni e servizi necessari a una vita civile alla sola condizione che svolga scrupolosamente un lavoro utile”, mettere in uso e riabilitare tutto il patrimonio edilizio del paese, salvaguardare le infrastrutture, valorizzare il patrimonio artistico e proteggere il territorio dall’inquinamento e dai disastri naturali, convincere con le buone o le cattive le agenzie locali del sistema bancario a fornire i crediti necessari per queste iniziative, favorire in ogni modo la partecipazione delle masse popolari alla gestione della vita sociale, alle attività culturali e artistiche, alla ricerca scientifica e allo sport, mettere i mezzi di comunicazione e di informazione gratuitamente a disposizione delle masse popolari organizzate.
Per il solo fatto della sua costituzione, per la sua dichiarazione di guerra senza tregua e senza conciliazione possibile al governo illegittimo e illegale Letta-Napolitano-Berlusconi, con la sua esistenza, la sua propaganda e le relazioni che svilupperà, per le adesioni che raccoglierà, per gli effetti che la sua costituzione, la sua esistenza e la sua attività provocheranno nel campo nemico, un simile Governo di Salvezza Nazionale darà un impulso potente alla moltiplicazione delle organizzazioni operaie e popolari, all’elevamento del loro orientamento politico e allo sviluppo della loro iniziativa”. 

(nuovo)Partito comunista italiano
Comunicato n. 22, 26.05.13


De Magistris interviene al corteo per il NO al referendum il 27 novembre 2016


NAPOLI. La popolazione si raccoglie per dire il suo NO al referendum, e conclude o il suo corteo a Piazza del Popolo, dove dal palco interviene, tra gli applausi, anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris: «Questa è una piazza costituente e ri-costituente - ha detto - vogliamo un giorno un Governo popolare di liberazione nazionale, fondato sul lavoro e non sul denaro. Noi vogliamo mettere al centro invece, ambiente, acqua pubblica, lavoro, cultura. Dopo il 4 dicembre vogliamo una internazionale dei beni comuni contro le oligarchie: non molleremo mai».

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